CMO Zanotto – Legnago – Nogara – Studio dentistico

Giampaolo Zanotto

Giampaolo Zanotto

Un nuovo studio dentistico CMO si affianca a quelli di Legnago e Nogara: ci puoi trovare anche a Verona, in via Legnago 29/b!

Il Metodo NO PAIN finalmente arriva anche in centro città, per assicurare a tutti i pazienti (anche a quelli gravemente fobici) di vivere un’esperienza serena quando si siedono sulla poltrona del dentista.

Cosa sarà possibile trovare nel nuovo studio dentistico CMO? Ce lo racconta il team odontoiatrico.

Il Metodo NO PAIN: liberi di sorridere

“Apriamo il nuovo studio a Verona – racconta il dott. Giampaolo Zanotto, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia e creatore degli studi CMO – ma ovviamente restiamo attivi anche nelle nostre storiche sedi di Nogara e Legnago.

Abbiamo deciso di aprire un terzo studio grazie al successo del nostro approccio: con il Metodo NO PAIN rendiamo meno stressante il tempo passato in poltrona dai nostri pazienti, e ci sono sempre più persone che stanno comprendendo che non è per forza necessario soffrire per avere un bel sorriso.

Noi siamo qui per aiutare tutti coloro che si sentono a disagio con l’estetica dei propri denti, o che, peggio ancora, sono in difficoltà nella loro vita quotidiana perché provano dolore, hanno perso uno o più denti, faticano a masticare…

Siamo consci del fatto che per molte persone è difficile prendere il coraggio di andare dal dentista. E quindi nei nostri studi siamo noi ad andare incontro a queste persone: l’ambiente è progettato per trasmettere serenità, non ci sono odori ‘di ospedale’ o rumori intensi, l’accoglienza è gestita da persone preparate, con discrezione e comprensione. Nessuno, negli studi CMO, si sente giudicato.

E soprattutto utilizziamo le migliori tecniche terapeutiche e le migliori tecnologie per assicurare risultati eccellenti in tempi veloci, eliminando lo stress e i disagi per i pazienti”.

Centro implantologico d’eccellenza

“Gli studi CMO sono centri implantologici d’eccellenza – spiega la dottoressa Silvia Freoni, direttore sanitario del nuovo studio dentistico CMO di Verona – nei quali applichiamo le tecnologie più aggiornate e performanti.

Oggi, con le moderne tecniche, è infatti possibile avere denti fissi provvisori già a 24 o 48 ore dall’intervento.

Questo approccio si chiama implantologia a carico immediato e può essere applicato per la quasi totalità dei pazienti. Oltre a questo, utilizziamo tecnologie computer-guidate e laser per minimizzare i disagi e favorire una ripresa veloce dall’intervento.

Gli interventi di implantologia più o meno complessi possono essere eseguiti in sedazione cosciente: con l’ausilio di un anestesista, assicuriamo al paziente di non sentire alcun dolore nel corso dell’operazione e di rilassarsi fino ad addormentarsi. In questo modo possiamo intervenire con più velocità e precisione, e il paziente al suo risveglio scopre con sollievo che l’intervento è già finito”.

Dentisti dei bambini e dei ragazzi

“I denti dei bambini e dei ragazzi hanno esigenze diverse rispetto a quelli degli adulti. Per questo non puoi affidarli a un dentista qualunque – spiega il dottor Giacomo Magon – Negli studi CMO di Nogara e Legnago abbiamo sviluppato trent’anni di esperienza in odontoiatria pediatrica.

Oggi possiamo offrire ai bambini e ai ragazzi di Verona non solo un team dedicato alle loro esigenze ma anche un’accoglienza pensata apposta per loro e le migliori tecnologie per risolvere ogni problema odontoiatrico senza dolore e senza paura, grazie al nostro esclusivo Metodo NO PAIN.

Siamo esperti in ortodonzia pediatrica e dell’età dello sviluppo, e garantiamo anche l’affiancamento di logopedista e osteopata per i casi che richiedono un approccio multidisciplinare. Da quando si devono portare i bambini dal dentista? Noi suggeriamo alle future mamme di effettuare un controllo odontoiatrico già in gravidanza, per valutare eventuali aggiustamenti da fare all’igiene orale della madre. In questo modo è possibile evitare problemi come, ad esempio, un’eccessiva proliferazione batterica con possibili ricadute sul bimbo.

Poi, verso i tre anni d’età i piccoli pazienti possono effettuare la loro prima visita approfondita con il nostro team, in modo da iniziare un percorso che consentirà loro di non temere il dentista e di avere il sorriso che desiderano”.

Igiene dentale professionale

“Ogni sorriso è unico, e per curarlo al meglio c’è bisogno di una consulenza specifica e di un programma di igiene su misura – racconta il dottor Daniele Civetta – Nel nuovo studio dentistico CMO di Verona ti aspettiamo con un team specializzato in igiene dentale.

Elaboriamo per te un programma personalizzato di igiene, ti diamo tutti i consigli per prenderti cura dei tuoi denti nella tua quotidianità ed effettuiamo i controlli necessari a prevenire e curare, ad esempio, patologie come la parodontite. Non tutti gli studi dentistici sono specializzati nella diagnosi e nella cura di questa problematica, che purtroppo se trascurata si cronicizza. Negli studi CMO, oltre a effettuare sedute di igiene orale approfondite, affianchiamo i pazienti con parodontite per minimizzare l’insorgenza di problemi.”

Estetica dentale

“Tra i servizi che offriamo ai nostri pazienti – conclude il dott. Giampaolo Zanotto -ci sono anche tutte le specialità relative all’estetica dentale.

Dall’ortodonzia trasparente e fissa, passando per lo sbiancamento professionale e fino alle faccette e all’intarsio dentale: siamo in grado di risolvere ogni problema di allineamento, malocclusione, discromia e dismorfia.

Sempre con un approccio personalizzato e applicando il nostro Metodo NO PAIN”.

Hai un problema dentale che ti preoccupa e ti crea disagio? Scopri come tornare a sorridere senza dolore e senza paura!

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Non solo estetica, ma anche salute: l’ortodonzia gioca un ruolo essenziale nello sviluppo armonico della dentatura di moltissimi ragazzi.

È importante che gli adolescenti sappiano che si deve tenere sotto controllo ogni aspetto della propria salute orale, dall’igiene alle problematiche ortodontiche. Il potenziale di crescita dei ragazzi si esaurisce verso i 19-20 anni, quindi è necessario indirizzare correttamente la crescita negli anni precedenti anche a livello ortodontico.

Cambiare le abitudini scorrette di un bambino o di un ragazzo è più semplice rispetto a cambiare quelle di un adulto: per questo si può considerare l’adolescenza un po’ come l’ultima chance di fare in modo che il ragazzo, da adulto, abbia il sorriso che desidera.

Portare l’apparecchio in età adulta può essere più complicato, oppure si può decidere di non portarlo perché si hanno già troppe cose da seguire nelle proprie giornate. Meglio quindi intervenire prima della maggiore età.

Ma quali sono le soluzioni di ortodonzia migliori per i ragazzi?

Perché portare l’apparecchio in età adolescenziale?

Mettere l’apparecchio da ragazzi è una scelta strategica per la propria salute orale. La bocca degli adolescenti è ancora in sviluppo e si può indirizzare la crescita scheletrica con più facilità, migliorando l’assetto della masticazione futura.

Inoltre i ragazzi hanno più tempo e motivazione per collaborare attivamente, seguendo le indicazioni del dentista e curando l’igiene orale: un apparecchio non compromette la possibilità di fare attività come lo sport, ma richiede un po’ di cura e impegno quotidiani. E può essere l’occasione per acquisire delle abitudini corrette e una maggiore responsabilità.

Un esempio? Normalmente gli adolescenti mangiano più degli adulti, e il fatto di portare un dispositivo ortodontico può essere anche un valido aiuto nella loro educazione alimentare, perché ogni pasto comporta un momento di cura da dedicare all’allineatore. L’apparecchio può quindi aiutare i ragazzi a fare solo cinque pasti principali al giorno, senza troppi spuntini intermedi, e a bere solo acqua o bevande non zuccherate tra un pasto e l’altro per evitare di dover togliere e pulire continuamente l’allineatore.

Inoltre, i denti dei ragazzi generalmente non sono ancora soggetti a patologie complesse come la parodontite o la presenza di corone e impianti, si muovono più facilmente, riducendo tempi e complessità del trattamento. Quindi in generale se il paziente è collaborativo è possibile avere risultati più velocemente che nell’adulto, compiendo il percorso terapeutico in un tempo più ridotto.

Come scegliere l’apparecchio giusto per i ragazzi?

Una premessa importante: è sempre il dentista a consigliare la soluzione migliore al paziente, non viceversa. Quelle che ti esponiamo ora sono delle regole di carattere generale che indirizzano la scelta dell’apparecchio ortodontico, ma ogni situazione va valutata in modo personalizzato.

Dopo i 13 anni, quindi dopo il completamento della permuta dentaria, generalmente si entra nell’ortodonzia detta dell’adulto. Si abbandona quindi la cosiddetta ortodonzia intercettiva, che si occupa di correggere le malocclusioni e le problematiche di allineamento della dentatura da latte o mista. Fino ai 18-19 anni, lo spostamento dei denti si può accompagnare a modificazioni scheletriche e funzionali, può quindi avere anche un impatto sulla muscolatura che è in sviluppo.

Le tipologie di apparecchio che si possono utilizzare per i ragazzi sono tendenzialmente due: quello fisso tradizionale e l’allineatore trasparente.

Il primo, appunto, si “fissa” con i bracket ai denti e accompagna lo spostamento con il filo e degli elastici, mentre il secondo consiste in una serie di mascherine mobili trasparenti che devono essere indossate per 20-22 ore al giorno e tolte solo per mangiare o lavarsi i denti.

Spesso gli adulti compiono l’errore di non dare fiducia ai ragazzi e di opporsi alla scelta dell’ortodonzia trasparente con la scusa che “I ragazzi non indosseranno mai la mascherina per tutte quelle ore ogni giorno”. Chi la pensa a questo modo, dimentica che portare l’apparecchio può essere anche un efficace percorso di responsabilizzazione e maturazione per gli adolescenti, che se vogliono raggiungere un risultato devono essere costanti nella cura e nella gestione delle mascherine.

Vantaggi e svantaggi dei due tipi di apparecchio

L’apparecchio fisso e quello trasparente hanno entrambi dei pro e dei contro per gli adolescenti.

Per cominciare, l’impatto estetico dell’apparecchio fisso è sicuramente maggiore rispetto a quello dell’apparecchio trasparente.

Non esiste però un unico tipo di apparecchio fisso. In CMO utilizziamo apparecchi autoleganti, che non hanno generalmente legature metalliche o elastici colorati e che esercitano forze minori rispetto agli apparecchi tradizionali. Quindi solitamente sono poco dolorosi per il paziente, e contrariamente a quanto si può pensare, i movimenti che generano sono molto rapidi.

È stato infatti dimostrato che non sempre una forza “pesante” si traduce in un movimento più veloce, ma che è anzi vero il contrario: è una forza leggera e continua che dà i risultati migliori, consentendo spostamenti dentali anche molto rapidi.

L’apparecchio fisso richiede la presenza di elastici tra le due arcate dei denti, che devono essere tolti generalmente solo per mangiare e tenuti in bocca il più a lungo possibile durante la giornata, oltre che per tutta la notte.

Un apparecchio autolegante può comportare l’impiego degli elastici già dalle prime fasi del trattamento. Il risultato è quindi raggiungibile in tempi più rapidi, con maggiore soddisfazione del paziente.

Cosa succede se per una mezza giornata il paziente dimentica gli elastici? Non è un problema per tempi così ristretti, l’importante è rimetterli appena possibile e portarli con costanza.

Per le mascherine trasparenti, invece, le cose cambiano: vanno indossate dalle 20 alle 22 ore al giorno, e non si dovrebbe passare neanche una mezza giornata senza indossare l’allineatore. Un utilizzo non ottimale, vale a dire inferiore alle 20 ore giornaliere, può comportare una perdita di mesi di terapia.

Quindi gli allineatori trasparenti richiedono un po’ più di precisione e costanza rispetto all’apparecchio fisso, in cambio però di un impatto visivo molto ridotto e di una minore scomodità, perché i bracket possono essere più traumatici per le labbra, soprattutto nel caso in cui si pratichino sport da contatto.

E per quanto riguarda le tempistiche? Non ci sono grosse differenze tra i tempi di trattamento necessari con l’apparecchio fisso o con quello trasparente, dipende dalla malocclusione che deve essere trattata. In generale però i tempi e l’efficacia delle due tipologie di allineatore sono sovrapponibili.

In sintesi: non esiste un apparecchio migliore per tutti i ragazzi, ma per ogni caso c’è la soluzione più adatta.

Pensi che tutti i ragazzi non siano in grado di gestire un impegno come quello dell’apparecchio trasparente? Fortunatamente non è così: spesso gli adolescenti si dimostrano estremamente collaborativi quando vengono educati all’uso delle mascherine, e fanno massima attenzione a modificare le proprie abitudini alimentari e di igiene orale per adattarle all’uso dell’apparecchio trasparente.

Negli studi dentistici CMO abbiamo un team odontoiatrico specializzato in ortodonzia trasparente e fissa, oltre che in odontoiatria pediatrica e dell’età dello sviluppo, quindi siamo in grado di consigliare sempre la soluzione più adatta per ogni paziente. Inoltre applichiamo il nostro esclusivo Metodo NO PAIN anche ai trattamenti di bambini e ragazzi, assicurando loro un’esperienza di serenità, senza imbarazzi e senza sofferenza. Tutti fattori estremamente importanti per costruire sin dall’infanzia la fiducia nel dentista, che renderà più semplice gestire i propri problemi di denti lungo tutta la vita.

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Sono entrambe soluzioni per il problema della perdita di uno o più denti, ma sono decisamente diverse tra loro: le protesi fisse e le protesi mobili sono due opzioni differenti, che è bene conoscere per comprendere al meglio i consigli e le indicazioni del dentista.

Cosa significa “fisso” e “mobile”

Iniziamo da una definizione molto semplice: la prima differenza tra queste due tipologie di protesi è che nelle fisse i denti sono, appunto, “fissati” alla mandibola o alla mascella, mentre le protesi mobili possono (anzi: devono) essere rimosse manualmente dal paziente più volte al giorno.

La protesi mobile è nota anche con il nome di dentiera, ed è una soluzione che non richiede un intervento chirurgico per l’impianto dei denti.

Le protesi fisse invece possono essere assicurate in due modi diversi.

La prima soluzione è ancorare la protesi ai denti naturali, senza inserire impianti e senza effettuare un intervento chirurgico. È quello che normalmente viene chiamato ponte: per rimediare al “buco” lasciato dalla mancanza di un dente si crea una protesi ancorata ai due denti adiacenti, che copre lo spazio rimasto vuoto. Questo però comporta la necessità di limare due denti sani per poi ricoprirli con delle capsule.

La seconda soluzione consiste nel creare delle “radici artificiali” per il  singolo dente. Serve quindi un’operazione chirurgica per inserire degli impianti nell’osso, su cui poi avvitare dei denti fissi.

Si possono infatti fissare le viti all’osso della mascella o della mandibola tramite un intervento di implantologia. Un tempo questo tipo di operazione odontoiatrica era considerato doloroso e con una ripresa molto lunga, ma oggi grazie alle moderne tecnologie è possibile avere denti fissi provvisori addirittura a 24/48 ore dall’intervento, rendendo il recupero postoperatorio sempre più veloce e indolore.

Differenze per l’igiene orale

Occuparsi della propria igiene orale è profondamente diverso per chi ha una protesi mobile rispetto a chi ha scelto l’implantologia.

La protesi fissa è infatti saldamente ancorata in bocca, e non deve essere rimossa per la pulizia quotidiana dei denti, che può essere effettuata con gli stessi strumenti utilizzati per la dentatura naturale, incluso il filo interdentale.

Al contrario, le protesi mobili vanno rimosse dopo i pasti per essere pulite, con tutti i disagi che questo comporta. Inoltre i residui di cibo possono infilarsi sotto la protesi, creando un senso di fastidio al paziente.

In sintesi, l’igiene orale con le protesi fisse è più semplice e agevole.

Efficienza della masticazione

Anche l’efficienza masticatoria è diversa a seconda del tipo di protesi dentale che si porta: la protesi mobile assicura un’efficienza decisamente minore di quella fissa nella masticazione.

Con l’implantologia, infatti, è possibile avere una masticazione del tutto comparabile a quella che si ha con i denti naturali. Una volta che il processo di osteointegrazione delle viti sarà completato, dopo circa due o quattro mesi dall’intervento nel quale sono state inserite nella mascella o nella mandibola, sarà possibile avvitare i denti fissi definitivi, con i quali il paziente potrà riprendere serenamente a masticare i suoi cibi preferiti. Per proteggere l’impianto è consigliabile comunque evitare di addentare cibi estremamente duri, che possono essere pericolosi anche per l’integrità dei denti naturali.

Il fattore estetico e il gusto

Anche se la funzionalità e la salute dei denti sono sicuramente essenziali, l’estetica del sorriso ha comunque una grande importanza per tutti.

Le protesi mobili, specie quelle parziali, possono purtroppo essere una scelta con un impatto estetico negativo: prevedono spesso la presenza di ganci metallici visibili, decisamente antiestetici. Le protesi mobili totali, invece, che si fanno sui pazienti edentuli (cioè senza denti), coprono interamente il palato, riducendo di conseguenza anche la percezione del gusto. Questo disagio è amplificato dalla necessità, per chi porta la dentiera, di ricorrere all’uso di paste adesive che possono avere un sapore poco gradevole.

Ma se le protesi fisse hanno tutti questi vantaggi rispetto a quelle mobili, che cosa spinge i pazienti a voler evitare l’implantologia?

Molto spesso si tratta di convinzioni errate: ci sono infatti ancora persone che temono che l’implantologia sia una pratica lunga, dolorosa e costosa. In realtà non è più così: gli studi odontoiatrici che utilizzano tecnologie innovative e performanti possono garantire non solo operazioni veloci e prive di disagio per il paziente ma anche prezzi decisamente sostenibili.

Negli studi dentistici CMO di Legnago e Nogara, in provincia di Verona, effettuiamo interventi di implantologia con carico immediato, che consentono di avere denti fissi provvisori già a 24/48 ore dall’operazione. Inoltre, grazie al nostro collaudatissimo Metodo NO PAIN possiamo assicurare al paziente di non provare paura e dolore, perché utilizziamo tecnologie e approcci terapeutici all’avanguardia come la chirurgia computer guidata e la sedazione cosciente.

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Perdere i denti è un incubo, ma purtroppo può avverarsi se non ti prendi cura correttamente del tuo sorriso. E la causa di questo problema non è sempre da ricercarsi in un trauma: esiste infatti una malattia che, se non viene prevenuta, individuata e curata nei giusti tempi, può causare la perdita dei denti. Si chiama parodontite, e sicuramente vuoi sapere come evitarla.

Perché viene la parodontite?

Comunemente conosciuta come piorrea, la parodontite è una malattia infettiva cronica non direttamente trasmissibile a carattere infiammatorio e di origine batterica.

Le cause della parodontite comprendono la presenza di alcuni batteri nella bocca del paziente e la suscettibilità individuale, quindi potremmo dire che c’è una sorta di predisposizione genetica ad ammalarsi.

Per questo è possibile prevenire l’infezione batterica, mentre è impossibile modificare l’eventuale predisposizione individuale alla piorrea: l’unico modo che abbiamo per evitare che la malattia “si scateni” è ridurre al minimo la quantità di batteri che abbiamo in bocca.

Ci sono anche dei fattori di rischio che aumentano la suscettibilità individuale: il fumo è il principale, e un altro molto importante è il diabete.

Chi fuma ha infatti un rischio sette volte maggiore di insorgenza della malattia con una progressione più aggressiva, mentre le persone che non sanno di avere il diabete e che quindi non si stanno curando sono undici volte più a rischio di sviluppare anche la parodontite rispetto a chi non lo ha, e nel loro caso la malattia si può presentare con un’insorgenza particolarmente rapida o un aggravamento più importante.

Cosa succede se trascuri la parodontite

La parodontite colpisce i tessuti di supporto del dente, cioè gengiva, osso e legamento parodontale. Può attivarsi in modo subdolo, perché il paziente non sente alcun sintomo e può essere del tutto ignaro di avere questo problema. Anche la maggior parte dei professionisti odontoiatri, se non sono specializzati ed esperti nel rilevamento della parodontite, potrebbero non individuarla ai primi stadi. È quindi essenziale fare dei controlli regolari presso dei professionisti che si intendono di questa malattia: negli studi CMO di Legnago e Nogara, in provincia di Verona, c’è un team formato su questa problematica, che quindi aumenta le possibilità di scoprire un’eventuale infezione del parodonto e di correre ai ripari prima della perdita del dente (o dei denti).

Essendo una malattia cronica, con il tempo provoca una progressiva distruzione degli elementi che sostengono il dente. Se non viene curata in tempo, inizialmente si percepisce una mobilità del dente e nei casi più avanzati si arriva alla perdita non solo del dente ma anche della funzione masticatoria. Questo perché, se i denti in bocca sono tutti mobili, il paziente non riesce più a masticare.

Cosa fare per curare la parodontite

Una volta individuata la parodontite, è necessario intervenire al più presto, affidandosi a professionisti specializzati in questa branca dell’odontoiatria.

La malattia parodontale si cura in diversi step, con un percorso graduale che parte dalla diagnosi. Una volta diagnosticata, la prima cosa da fare è impegnarsi in un cambiamento comportamentale: il paziente deve prendere coscienza di avere una malattia e ascoltare l’igienista dentale, che gli spiegherà quali regole seguire per la propria igiene orale. Come lavarsi i denti, quali strumenti utilizzare, quali comportamenti evitare… è uno step educativo, essenziale per limitare l’insorgenza e i danni della malattia.

Il secondo step sarà poi un trattamento non chirurgico della malattia parodontale, che consiste in una o più sedute odontoiatriche per andare a togliere i batteri che sono annidati in profondità sulle radici dei denti. Se il paziente ha una situazione particolarmente grave che non si riesce a risolvere in questo secondo step, sarà necessario passare al terzo, vale a dire alla terapia chirurgica vera e propria, che si occuperà di ripristinare e sostituire ciò che la malattia ha tolto. In pratica, con la terapia chirurgica si andrà a rigenerare l’osso dove si è riassorbito o a modificarne i profili per rendere più efficace la terapia e quindi portare il paziente alla guarigione definitiva.

L’ultimo step del percorso che conduce a superare il problema della parodontite è il mantenimento: purtroppo il paziente parodontale deve fare i conti a vita con questo problema, e anche se la malattia non si presenta in fase acuta va comunque tenuta sotto controllo con una terapia a lunghissimo termine, che potenzialmente non si dovrà mai smettere. Il programma di mantenimento viene definito con l’igienista dentale in base al caso, e prevede una serie di controlli e sedute di igiene regolari per mantenere la quantità di batteri entro il livello di guardia e ridurre il rischio di riacutizzazioni della malattia nel tempo.

Hai paura di avere la parodontite? Non aspettare oltre: una visita da uno specialista di questa patologia darà una risposta ai tuoi timori e ti permetterà, nel caso in cui tu abbia effettivamente sviluppato la malattia, di limitare i danni che può causare.

Ricorda che la parodontite non si cura con una sola seduta dal dentista, ma con un approccio su misura che potrebbe accompagnarti (e mantenerti al sicuro!) per tutta la vita. Il team CMO è altamente specializzato nella diagnosi precoce e nella gestione completa della patologia, anche nei casi più complessi, quindi affidati a noi e ti indicheremo la strada migliore per mantenere i tuoi denti sani e funzionali nel tempo. Molte persone si vergognano di avere una malattia che comporta la perdita dei denti, e per garantire a ogni paziente di non provare dolore o imbarazzo nei nostri ambulatori lavoriamo secondo i principi del Metodo NO PAIN, che ti permetterà di affrontare con serenità ogni trattamento odontoiatrico.

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Con le moderne tecnologie e affidandosi a un dentista esperto, oggi l’implantologia può non essere più un intervento particolarmente invasivo o che richiede una lunga ripresa. È addirittura possibile avere denti fissi provvisori a 24 ore dall’operazione, senza quindi dover portare per un periodo delle protesi mobili.

Tuttavia, ogni paziente è un caso unico, e ci sono delle situazioni in cui è richiesto un approccio particolare all’implantologia. È il caso, ad esempio, in cui il paziente abbia subito una perdita di volume osseo nella mascella o nella mandibola.

Questo può rappresentare un ostacolo all’inserimento di impianti dentali tradizionali, ma grazie alle moderne tecniche implantologiche oggi è possibile risolvere questa criticità ricorrendo a soluzioni personalizzate che consentono di affrontare con successo anche i casi più complessi.

Vediamo quali sono le alternative migliori di implantologia per ogni situazione in cui il paziente presenti un’atrofia ossea.

Quando si parla di atrofia ossea?

L’osso del mascellare o della mandibola viene definito atrofico quando non è in grado di accogliere gli impianti dentali tradizionali, che generalmente misurano almeno 7-8 mm di lunghezza. In questi casi, dal momento che nell’osso non c’è spazio per posizionare questi impianti, è necessario adottare strategie specifiche per garantire una riuscita efficace e sicura dell’intervento di implantologia.

Le soluzioni possono essere diverse a seconda che l’impianto debba essere effettuato nell’arcata dentale superiore o in quella inferiore.

Soluzioni per l’arcata superiore: gli impianti zigomatici

Nei pazienti in cui l’atrofia interessa la mascella e si rende necessaria la riabilitazione dell’intera arcata superiore, la soluzione ideale è rappresentata dagli impianti zigomatici. Questi vengono ancorati direttamente allo zigomo, permettendo una stabilità eccellente e risultati estetici e funzionali identici a quelli degli impianti tradizionali. Si tratta di una tecnica avanzata che richiede competenze specifiche, per questo nel team degli studi dentistici CMO ci sono anche chirurghi specializzati in questo tipo di intervento.

Se invece è necessario sostituire un solo dente nell’arcata superiore e l’osso non è sufficiente per eseguire l’implantologia, prima dell’operazione si deve ricorrere alla rigenerazione ossea. Questo processo permette di ricreare il volume osseo perduto grazie all’utilizzo di materiali di laboratorio.

Negli studi CMO utilizziamo un osso sintetico a base di fosfato tricalcico che viene, appunto, creato in laboratorio. Questo osso sintetico nel giro di 4-5 mesi viene sostituito dall’osso naturale, che si è rigenerato, rendendo possibile l’inserimento di un impianto tradizionale (quindi da circa 7-8 mm di lunghezza in su). L’utilizzo di queste semplici manovre di rigenerativa ossea rende il decorso post-operatorio più facile e meno traumatico per il paziente.

Soluzioni per la mandibola: impianti corti

Anche l’arcata dentale inferiore può presentare una riduzione del volume osseo, e in questo caso si parla di atrofia mandibolare. Questa è solitamente meno grave rispetto a quella mascellare, dal momento che l’osso residuo nella maggior parte dei casi si mantiene sopra i 7-8 mm di spessore.

Nel caso in cui sia necessario riabilitare tutta la mandibola, vale a dire impiantare la totalità dei denti, si può ricorrere all’utilizzo di impianti corti, che possono arrivare  fino a 4 mm di lunghezza e garantiscono comunque una stabilità adeguata a sostenere le protesi dentali.

Nel caso invece in cui si debba riabilitare un unico dente e l’osso sia insufficiente per un impianto corto singolo, si può adottare le metodiche di ispessimento dell’osso tramite rigenerazione, come per la mascella.

Diagnosi e personalizzazione dell’implantologia

Prima di procedere all’intervento, è assolutamente necessario fare un controllo approfondito della condizione della bocca del paziente. Per valutare con precisione lo spessore dell’osso della mascella o della mandibola viene eseguita una TAC, vale a dire un esame radiografico tridimensionale. Questo esame permette di vedere con esattezza la forma dell’osso e il volume osseo disponibile, in modo da scegliere la soluzione ideale per il paziente tra impianti corti o zigomatici, e di valutare se ricorrere alle tecniche di rigenerazione ossea.

Le cause che conducono a una riduzione dell’osso sono molteplici, e includono traumi che interessano la mandibola o la mascella, infezioni che distruggono il parodonto (come la parodontite), il fumo, condizioni sistemiche come l’osteoporosi o il diabete… La perdita di un dente riduce gli stimoli meccanici sull’osso e lo può portare a perdere densità e volume. Per questo è essenziale sottoporsi periodicamente ai controlli dentistici e mantenere una corretta igiene orale, in modo da intervenire tempestivamente se si presenta una condizione che può portare all’atrofia ossea.

Temi di aver subìto una riduzione dell’osso della mandibola o della mascella e hai bisogno di un intervento di implantologia?

Niente paura: negli studi CMO di Legnago e Nogara, in provincia di Verona, disponiamo di tutte le moderne tecnologie e le competenze specialistiche per  trovare una soluzione su misura e risolvere ogni caso.

Sappiamo che la parola “impianto” spesso spaventa i pazienti odontoiatrici, e per questo abbiamo elaborato un esclusivo sistema di trattamento e accoglienza che assicura a tutti coloro che si rivolgono a noi di vivere la propria esperienza di cura nel modo più sereno possibile: è il Metodo NO PAIN, che elimina il dolore da ogni appuntamento con il dentista.

Con la chirurgia computer-guidata, la rigenerazione ossea e la sedazione cosciente ti garantiamo di ridurre al minimo (se non di eliminare totalmente!) i disagi dell’implantologia, anche nel caso di problemi di atrofia ossea.

Contattaci per una prima visita senza impegno e ti diremo come liberarti dai tuoi problemi dentali senza soffrire!

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Chi non vorrebbe un sorriso luminoso con denti bianchissimi?

Fortunatamente, è possibile sbiancare i propri denti in modo professionale per ottenere proprio questo risultato. I rischi correlati a questo tipo di trattamento sono decisamente pochi, e basta affidarsi a uno studio esperto per avere denti bianchi in completa sicurezza.

Se vuoi conoscere meglio uno dei trattamenti estetici più richiesti negli studi dentistici (e valutare se fa al caso tuo), continua a leggere!

Che cos’è lo sbiancamento dentale

Lo sbiancamento è una terapia dentale che ha due possibili scopi: può infatti avere finalità prettamente estetiche per una persona che vuole semplicemente migliorare il bianco dei suoi denti, o motivazioni estetico-terapeutiche per tutti quei pazienti che hanno discromie o difetti dello smalto anche patologici.

Questi possono essere derivanti da eventi come dei traumi infantili che hanno subito alla bocca, ad esempio delle cadute. Ma ci sono anche pazienti che hanno assunto nell’età in cui i denti sono ancora in formazione alcuni farmaci che hanno dato alla dentatura delle macchie o delle colorazioni con cui non si trovano a loro agio, e pure in quel caso lo sbiancamento dentale può essere inteso come terapeutico per risolvere una criticità.

Come avviene lo sbiancamento? Si effettua tramite un gel che ha la caratteristica di reagire sullo smalto dei denti andando a liberare ossigeno e quindi sbiancandoli. Il gel può avere diverse formulazioni, che rilasciano più o meno ossigeno: ci sono infatti gel che danno risultati visibili già nel giro di 45 minuti/un’ora, e ci sono sbiancanti a basso rilascio di ossigeno che agiscono con concentrazioni più ridotte di principio attivo. I primi sono i gel che si utilizzano nello studio dentistico, mentre i secondi sono quelli a rilascio graduale, indicati per gli sbiancamenti domiciliari, che il paziente effettua a casa indossando delle mascherine all’interno delle quali ha inserito, in base alle indicazioni del dentista, una piccola quantità di prodotto attivo.

Tra queste due tipologie di trattamento estetico odontoiatrico esistono delle differenze da tenere in considerazione. Lo sbiancamento effettuato in studio dentistico ha un risultato immediato che dura circa 6-8 mesi in media, mentre quello domiciliare richiede alcune settimane e assicura in genere un colore più stabile nel tempo e un risultato che può durare anche da 3 a 5 anni (ovviamente se si seguono le indicazioni con precisione!).

Quando non è indicato lo sbiancamento dentale?

Esistono delle situazioni in cui lo sbiancamento potrebbe non dare il risultato sperato oppure nelle quali non deve essere assolutamente eseguito.

Ad esempio, se un paziente ha una faccetta su un unico dente centrale e anteriore lo sbiancamento agirà solo sui denti naturali che lo circondano, rovinando l’estetica del sorriso. In pratica, il paziente si ritroverà con tutti i denti sbiancati salvo quello con la faccetta, che risulterà più scuro degli altri.

Lo sbiancamento poi deve essere evitato nelle donne in gravidanza e per legge non può essere effettuato su pazienti minorenni. Se non si rientra in queste tre categorie, generalmente si può richiedere senza timori al dentista di essere sottoposti a un trattamento per avere denti più bianchi.

Che rischi comporta lo sbiancamento dentale?

Ci sono rischi per l’integrità dello smalto dei denti se si effettua uno sbiancamento dentale? No, il rischio è nullo se la pratica viene effettuata presso uno studio dentistico esperto o in modalità domiciliare ma seguendo con cura le indicazioni di un igienista dentale esperto.

Tutti i gel sbiancanti che si utilizzano in studio sono stati testati e giudicati sicuri, quindi se vengono utilizzati con cura non creano problemi. In ogni caso, se si dovesse scegliere un gel con un pH troppo basso, si potrebbero avere dei danni di livello microscopico allo smalto, recuperabili nel giro di qualche settimana con la rimineralizzazione del dente.

C’è un effetto collaterale dello sbiancamento che, sebbene non sia grave, è bene tenere in considerazione. Alcuni pazienti potrebbero notare un aumento della sensibilità dentale dopo il trattamento. Questo avviene soprattutto nei pazienti più giovani, quindi vicini ai 20 anni, ma è una condizione transitoria che dipende dalla concentrazione di principio attivo presente nel gel. Per evitare questo rischio, sarà l’odontoiatra a scegliere il prodotto da utilizzare per lo sbiancamento valutando opportunamente le caratteristiche del paziente che ha di fronte.

Anche chi ha i denti sensibili può effettuare lo sbiancamento. Meglio, in questo caso, optare per quello domiciliare e fare un trattamento desensibilizzante con opportuni dentifrici e collutori per preparare i denti. Dopo lo sbiancamento, si dovrà continuare a seguire una terapia con questo tipo di prodotti per l’igiene orale.

E le soluzioni fai-da-te per lo sbiancamento dentale? In questo caso, le cose cambiano: esiste effettivamente il rischio di danneggiare lo smalto dei denti e di erodere gradualmente la loro superficie se si utilizzano prodotti inadeguati, esponendo maggiormente i denti all’attacco della carie. Meglio non rischiare con la salute dei propri denti, e affidarsi a un igienista dentale professionista.

Quale tipo di sbiancamento dentale fa al caso tuo? Negli studi dentistici CMO Zanotto ti consiglieremo la soluzione migliore per la tua situazione, dandoti anche i prodotti necessari se scegli lo sbiancamento domiciliare e ovviamente tutte le indicazioni di cui hai bisogno.

Questo trattamento è indolore, ma se comunque sei tra le persone che non vivono con serenità l’appuntamento con il dentista non devi temere: nei nostri studi abbiamo creato un metodo di lavoro esclusivo, che applichiamo a ogni appuntamento e a ogni trattamento per il massimo benessere del paziente. Si chiama Metodo NO PAIN, ed è un sistema collaudato che combina accoglienza, terapie e affiancamento. Tutto, nei nostri studi, è pensato per farti vivere un’esperienza serena e senza dolore.

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