Con le moderne tecnologie e affidandosi a un dentista esperto, oggi l’implantologia può non essere più un intervento particolarmente invasivo o che richiede una lunga ripresa. È addirittura possibile avere denti fissi provvisori a 24 ore dall’operazione, senza quindi dover portare per un periodo delle protesi mobili.
Tuttavia, ogni paziente è un caso unico, e ci sono delle situazioni in cui è richiesto un approccio particolare all’implantologia. È il caso, ad esempio, in cui il paziente abbia subito una perdita di volume osseo nella mascella o nella mandibola.
Questo può rappresentare un ostacolo all’inserimento di impianti dentali tradizionali, ma grazie alle moderne tecniche implantologiche oggi è possibile risolvere questa criticità ricorrendo a soluzioni personalizzate che consentono di affrontare con successo anche i casi più complessi.
Vediamo quali sono le alternative migliori di implantologia per ogni situazione in cui il paziente presenti un’atrofia ossea.
Quando si parla di atrofia ossea?
L’osso del mascellare o della mandibola viene definito atrofico quando non è in grado di accogliere gli impianti dentali tradizionali, che generalmente misurano almeno 7-8 mm di lunghezza. In questi casi, dal momento che nell’osso non c’è spazio per posizionare questi impianti, è necessario adottare strategie specifiche per garantire una riuscita efficace e sicura dell’intervento di implantologia.
Le soluzioni possono essere diverse a seconda che l’impianto debba essere effettuato nell’arcata dentale superiore o in quella inferiore.
Soluzioni per l’arcata superiore: gli impianti zigomatici
Nei pazienti in cui l’atrofia interessa la mascella e si rende necessaria la riabilitazione dell’intera arcata superiore, la soluzione ideale è rappresentata dagli impianti zigomatici. Questi vengono ancorati direttamente allo zigomo, permettendo una stabilità eccellente e risultati estetici e funzionali identici a quelli degli impianti tradizionali. Si tratta di una tecnica avanzata che richiede competenze specifiche, per questo nel team degli studi dentistici CMO ci sono anche chirurghi specializzati in questo tipo di intervento.
Se invece è necessario sostituire un solo dente nell’arcata superiore e l’osso non è sufficiente per eseguire l’implantologia, prima dell’operazione si deve ricorrere alla rigenerazione ossea. Questo processo permette di ricreare il volume osseo perduto grazie all’utilizzo di materiali di laboratorio.
Negli studi CMO utilizziamo un osso sintetico a base di fosfato tricalcico che viene, appunto, creato in laboratorio. Questo osso sintetico nel giro di 4-5 mesi viene sostituito dall’osso naturale, che si è rigenerato, rendendo possibile l’inserimento di un impianto tradizionale (quindi da circa 7-8 mm di lunghezza in su). L’utilizzo di queste semplici manovre di rigenerativa ossea rende il decorso post-operatorio più facile e meno traumatico per il paziente.
Soluzioni per la mandibola: impianti corti
Anche l’arcata dentale inferiore può presentare una riduzione del volume osseo, e in questo caso si parla di atrofia mandibolare. Questa è solitamente meno grave rispetto a quella mascellare, dal momento che l’osso residuo nella maggior parte dei casi si mantiene sopra i 7-8 mm di spessore.
Nel caso in cui sia necessario riabilitare tutta la mandibola, vale a dire impiantare la totalità dei denti, si può ricorrere all’utilizzo di impianti corti, che possono arrivare fino a 4 mm di lunghezza e garantiscono comunque una stabilità adeguata a sostenere le protesi dentali.
Nel caso invece in cui si debba riabilitare un unico dente e l’osso sia insufficiente per un impianto corto singolo, si può adottare le metodiche di ispessimento dell’osso tramite rigenerazione, come per la mascella.
Diagnosi e personalizzazione dell’implantologia
Prima di procedere all’intervento, è assolutamente necessario fare un controllo approfondito della condizione della bocca del paziente. Per valutare con precisione lo spessore dell’osso della mascella o della mandibola viene eseguita una TAC, vale a dire un esame radiografico tridimensionale. Questo esame permette di vedere con esattezza la forma dell’osso e il volume osseo disponibile, in modo da scegliere la soluzione ideale per il paziente tra impianti corti o zigomatici, e di valutare se ricorrere alle tecniche di rigenerazione ossea.
Le cause che conducono a una riduzione dell’osso sono molteplici, e includono traumi che interessano la mandibola o la mascella, infezioni che distruggono il parodonto (come la parodontite), il fumo, condizioni sistemiche come l’osteoporosi o il diabete… La perdita di un dente riduce gli stimoli meccanici sull’osso e lo può portare a perdere densità e volume. Per questo è essenziale sottoporsi periodicamente ai controlli dentistici e mantenere una corretta igiene orale, in modo da intervenire tempestivamente se si presenta una condizione che può portare all’atrofia ossea.
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Sappiamo che la parola “impianto” spesso spaventa i pazienti odontoiatrici, e per questo abbiamo elaborato un esclusivo sistema di trattamento e accoglienza che assicura a tutti coloro che si rivolgono a noi di vivere la propria esperienza di cura nel modo più sereno possibile: è il Metodo NO PAIN, che elimina il dolore da ogni appuntamento con il dentista.
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Giampaolo Zanotto, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia di Nogara (VR), il paese dov’è cresciuto e dove esercita la professione di odontoiatra. Ha dato vita a uno studio che è diventato un vero e proprio centro che aiuta migliaia di persone a superare la paura del dentista per recuperare il proprio benessere e a tornare a sorridere.